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TRA VIGNETI E MULATTIERE A TORRE DANIELE

Nicola Ferrero

“I genitori danno due cose ai figli: le radici e le ali.”

Proverbio indiano del Quebec

“TERRA TRA DUE TERRE”

Se state cercando come trascorrere alcune ore passeggiando, senza troppo faticare, in compagnia dei vostri bambini, tra mulattiere e paesaggi montani, potete raggiungere Torre Daniele, una piccola frazione di Settimo Vittone, borgo canavesano, vicino al “confine” che divide il Piemonte dalla Valle d’Aosta.

Un luogo magnifico dove rilassarsi tra vigneti, resti di castelli e piccole chiesette e percorrere un breve tratto della via Francigena canavesana sulle orme dei pellegrini diretti a Roma: Torre Daniele, Cesnola e Settimo Vittone saranno le tappe di questo piccolo, ma molto suggestivo, itinerario!

Torre Daniele, frazione di Settimo Vittone, si raggiunge percorrendo la statale SS26 (Strada Europea E25). Secondo la tradizione, il piccolo villaggio, avrebbe avuto origine nel V secolo da un convento benedettino il cui fondatore si sarebbe per l’appunto chiamato Daniele.

CASE DI PIETRA

Un pannello illustrativo, che si trova all’ingresso del paese, propone i diversi itinerari, quello che parte da Torre Daniele è il numero 2. Qui, si viene subito attratti dall’alto campanile di fronte alla Chiesa di S. Pietro, ci si passa davanti e si entra nel piccolo borgo dalle antiche e affascinanti case di pietra che ci trasportano in un fantastico “viaggio nel tempo”!

Si seguono quindi le paline della Via Francigena.

TRA PRATI E SALICI

La strada prima asfaltata diventa presto sterrata e porta, superata una stalla, in campagna.

Tra prati e salici costeggiando un fosso e, successivamente, attraversando un piccolo ponticello si arriva fino alla borgata di Cesnola accompagnati sempre sulla nostra destra dal sinuoso serpente della Dora Baltea che bagna il fondovalle.

  • Torre Daniele

  • Torre Daniele

  • Torre Daniele

  • Verso Cesnola

    SANT’AGATA E LA VIA PER IL CASTELLETTO

    A darti il benvenuto ancora una volta il campanile della chiesa, questa volta intitolata a Sant’Agata, che già da lontano si inizia a scorgere.

    Un ampio arco, proprio sotto la torre campanaria, conduce nell’antica via Castello e porta alle rovine dell’antico castello di Cesnola, il “Castelletto”.

    Ammirati gli affreschi della chiesa (un cavaliere e la santa) si può, anche, tentare di leggere l’ora su una piccola meridiana.

    FONTANA DI PIETRA

    Seguendo il consiglio dato da un simpatico abitante del luogo, si supera la fontana ottocentesca, scavata in un unico blocco di pietra al centro della borgata, e si prende una mulattiera che attraverso vigneti porta a Settimo Vittone.

    • Torre Daniele

    • Torre Daniele

    • Torre Daniele

    • Verso Cesnola

      SANT’AGATA E LA VIA PER IL CASTELLETTO

      A darti il benvenuto ancora una volta il campanile della chiesa, questa volta intitolata a Sant’Agata, che già da lontano si inizia a scorgere.

      Un ampio arco, proprio sotto la torre campanaria, conduce nell’antica via Castello e porta alle rovine dell’antico castello di Cesnola, il “Castelletto”.

      Ammirati gli affreschi della chiesa (un cavaliere e la santa) si può, anche, tentare di leggere l’ora su una piccola meridiana.

      FONTANA DI PIETRA

      Seguendo il consiglio dato da un simpatico abitante del luogo, si supera la fontana ottocentesca, scavata in un unico blocco di pietra al centro della borgata, e si prende una mulattiera che attraverso vigneti porta a Settimo Vittone.

      • Torre Daniele

      • Torre Daniele

      • Torre Daniele

      • Verso Cesnola

        LE MONTAGNE

        Salendo il percorso permette di godere di un panorama da mozzafiato… Il paese con in alto i ruderi del castello,… La via inizialmente ampia in mezzo alle vigne si fa sempre più stretta, sino a consentire il passaggio solamente a piedi, sull’altro lato della valle le montagne della Cavallaria e il Bec Renon sopra Scalaro.

        SAN LORENZO

        Alla fine della mulattiera si percorre per un brevissimo tratto di strada asfaltata sino alla prima biforcazione, da qui dopo aver superato il ponte sul torrente Calamaria, si arriva sul selciato di fronte al sagrato della Cappella della Madonna delle Grazie e si può ammirare poco più in là la romanica Pieve di San Lorenzo, che fa parte, con il battistero di San Giovanni Battista, di uno dei complessi architettonici paleocristiani più importanti del Piemonte.

        • Canale Caluso a Bairo Canale Caluso a Bairo

          LA MULATTIERA E IL LAVATOIO

          Si prosegue il percorso, tornando indietro sino al centro abitato di Cesnola, qui per una stradina parallela a quella dell’andata,si può ammirare un affresco sulla parete di una casa raffigurante la Vergine con Bambino.

          Una mulattiera lastricata di pietra, sulla destra, facilmente percorribile permette di ammirare i vigneti e i muraglioni a secco che sostengono i terrazzi. Tornando sui nostri passi, e proseguendo a sinistra, un’altra via lastricata conduce al vecchio lavatoio del paese, conservato in ottime condizioni.

          IL CASTELLETTO

          Proseguendo sul sentiero, che continua a salire dolcemente, si ammira il paesino di Cesnola dall’alto, sino ad arrivare ai piedi dei ruderi del Castelletto.

          Il significato del nome del piccolo borgo, che ospita i resti dell’antico maniero, potrebbe essere “bosco tagliato”, e i primi riferimenti alla località “Cisnolis” si trovano in un documento del 1042. 
          Il documento successivo, datato 1180, ci fa conoscere i signori del castello quando Vercelli infeuda Roberto di San Martino del cosiddetto Castelletto. 

          La fortezza, anche se di notevoli dimensioni, con il suo perimetro di 175 metri, purtroppo non fu trasformata, nei secoli successivi, come accadde a molti altri castelli canavesani, per diventare stabile dimora della nobile famiglia a cui apparteneva. 
          Il conte Luigi Palma di Cesnola, già direttore del Metropolitan Museum of Art di New York, fu uno degli ultimi proprietari del “Castelletto”.

            IL FORNO

            Lasciato il castello incontriamo un gregge di pecore che stanno brucando l’erba all’ombra di castagni.
            Poco dopo si arriva ad un piccolo agglomerato di case, ci si immerge nei vigneti camminando su un sentiero ora ricoperto di erba per incontrare una bella sorpresa: un bellissimo forno per la cottura della calce.

            Alcune indicazioni, poste vicine alla costruzione, che presenta un’apertura con un’altezza di circa un metro e mezzo, ci raccontano la storia di questo forno.

            Oggi, a differenza del passato, la calce è prodotta industrialmente. Così non era sino a pochi decenni fa, quando era sufficiente una piccola produzione artigianale, per le esigenze della popolazione locale, che l’adoperava “sia per la costruzione delle case, quelle più antiche e rustiche, che per tenere assieme le pietre dei piloni tronco conici detti “topioni” che sostengono i pergolati delle vigne”.”
            Il forno quindi solitamente veniva costruito “dove il calcare era presente in buona quantità ed anche la legna abbondava.”

            Seguendo il sentiero si raggiungono poi le piccole borgate di Pisapolla, da dove è possibile scendere tramite una mulattiera direttamente a Torre Daniele oppure proseguire per Sengie e la piccola chiesetta di San Grato.

            Si scende, attraverso una carrozzabile, verso Torre Daniele dove termina il nostro giro, proprio là dove è iniziato.

              IL FORNO

              Lasciato il castello incontriamo un gregge di pecore che stanno brucando l’erba all’ombra di castagni.
              Poco dopo si arriva ad un piccolo agglomerato di case, ci si immerge nei vigneti camminando su un sentiero ora ricoperto di erba per incontrare una bella sorpresa: un bellissimo forno per la cottura della calce.

              Alcune indicazioni, poste vicine alla costruzione, che presenta un’apertura con un’altezza di circa un metro e mezzo, ci raccontano la storia di questo forno.

              Oggi, a differenza del passato, la calce è prodotta industrialmente. Così non era sino a pochi decenni fa, quando era sufficiente una piccola produzione artigianale, per le esigenze della popolazione locale, che l’adoperava “sia per la costruzione delle case, quelle più antiche e rustiche, che per tenere assieme le pietre dei piloni tronco conici detti “topioni” che sostengono i pergolati delle vigne”.”
              Il forno quindi solitamente veniva costruito “dove il calcare era presente in buona quantità ed anche la legna abbondava.”

              Seguendo il sentiero si raggiungono poi le piccole borgate di Pisapolla, da dove è possibile scendere tramite una mulattiera direttamente a Torre Daniele oppure proseguire per Sengie e la piccola chiesetta di San Grato.

              Si scende, attraverso una carrozzabile, verso Torre Daniele dove termina il nostro giro, proprio là dove è iniziato.

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