Caluso
Erbaluce Caluso DOCG, la Rocca, i sentieri,…
Il Comune di Caluso fa parte della Città Metropolitana di Torino.
Si trova sul versante meridionale esterno della morena che chiude l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea e a Nord di Chivasso.
È il paese dell’Erbaluce di Caluso e del Caluso Passito i migliori vini D.O.C.G. bianchi del Canavese che sempre più hanno estimatori tra i winelovers di tutto il mondo. E proprio qui, a Caluso, ha sede l’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino e l’Istituto professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Carlo Ubertini”.
I vitigni di Erbaluce circondano la parte alta del paese, sono facilmente raggiungibili, per una piacevole passeggiata, così come camminare nella Caluso medievale per scoprire i ruderi della Rocca, o Castellazzo, costruito nel XII secolo e la Porta Crealis, la porta a levante dell’antico borgo, unica superstite delle quattro che vigilavano gli accessi, e alcuni tratti delle poderose mura.
Da non perdere: le cantine di Palazzo Spurgazzi, un tempo dei Valperga Masino ora residenza municipale, dove ha sede l’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino e l’annesso parco all’inglese, circondato dalle mura medievali, con piante di notevole interesse botanico, come la Sequoia sempervirens, tra gli alberi monumentali censiti della Regione Piemonte.
Tra gli edifici religiosi la Chiesa Parrocchiale del 1522, con torre campanaria due secoli più recente, la Ss. Trinità e lo splendido chiostro, le chiese del XVIII secolo della Misericordia (o San Giovanni Decollato) e Santa Marta. Ovviamente tra le vie del paese scorre il Canale di Caluso con alcuni scorci molto suggestivi.
Adagiati sulle falde di un sistema di colline moreniche che li riparano dai venti, in posizione soleggiata ed ariosa, godono di un clima mite; qui la terra di origine morenica è fertile e favorisce ulteriormente la coltivazione e produzione di questo prezioso nettare. Piacevoli itinerari tra i vigneti e visite in cantine sono a disposizione per gli amanti dell’enogastronomia.
Rocca militare edificata nel XIII secolo per il controllo delle vie di comunicazione come consuetudine fu eretta sulla cima del colle. Fu rafforzata, come le mura di cinta e il fossato, nel secolo successivo per volontà del principe Filippo di Savoia-Acaja. La fortezza fu distrutta dagli Spagnoli nel 1537 per non farla cadere in mano francese. Oggi rimangono alcuni muraglioni dell’antico castellazzo, dal qui si gode di un’incredibile vista che spazia fino alla collina di Superga e alle Alpi.
Il Castellazzo di Caluso è il punto di arrivo e quello di partenza di due delle tappe del “Sentiero delle pietre bianche”.
Il borgo di Caluso per volontà del principe Filippo di Savoia-Acaja, nella prima metà del Trecento, era circondando da alte mura medievali e da un profondo fossato. La porta di levante è l’unica rimasta delle quattro che consentivano l’accesso al borgo tramite ponte levatoio.
Tra il 1556 e il 1560 il Maresciallo di Francia Charles Cossè de Brissac, comandante delle truppe francesi in guerra contro gli Spagnoli, fece costruire su progetto dell’ing. Francesco Orologi, un canale per l’irrigazione delle colture e per l’alimentazione di mulini ed opifici.
La Belle Époque ha visto l’illuminazione elettrica, le automobili, il cinema,… e la nascita di un nuovo stile artistico che si afferma in tutta Europa: l’“Art Nouveau” che in Italia prende il nome di “Stile Liberty”. Passeggiando lungo le vie negli edifici del paese dell’Erbaluce si possono osservare diverse peculiarità dello stile Floreale.
Fu realizzato dai conti Biandrate, nel XIII secolo, si trova nella parte più antica di Caluso. La proprietà dell’edificio dai signori di Caluso passò nel corso dei secoli ad altre famiglie nobiliari che rimaneggiarono e ampliarono il palazzo sino ad arrivare nel 1700 con i Valperga di Masino che innalzando la costruzione di un piano lo dotarono dell’attuale aspetto architettonico. Oggi è sede del Municipio e le cantine ospitano l’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino.
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