Era il tempo in cui potenti maghi con le loro alchimie abitavano ancora le vallate del Canavese[…]
Tra questi si distingueva per malvagità e forza Nestòrh[…]
Gli Dei decisero di non poter sopportare oltre[…]
Avevano sì dato a Nestòrh un grande potere, ma gli avevano lasciato la vulnerabilità dei sentimenti. Diedero una figlia a un contadino di nome Gustavo, e questa avrebbe dovuto essere il dardo da scagliare contro Nestòrh,[…]
il suo amore per Eloise lo aveva reso umano[…]
Prese Eloise, una notte che dormiva, e la portò sulla montagna[…] ogni sguardo a lei donato, fosse d’amore o d’odio, avrebbe reso più profondo il suo sonno in forma di pietra. Fatto questo si gettò nel vuoto, e non più si trasformò in aquila o tentò di salvarsi, ma si lasciò cadere e svanire nel tempo[…]