LA TORRE DEI VENTI DEL CASTELLO DI MASINO
DENISE SCAGNOLARI
“Ci sono sere che il mondo avvolge nell’ombra cantando di nostalgia, e l’anima non sa se ascolta la sera o se ascolta sè stessa.”
Un tetto colorato: giallo, rosso, verde.
In cima una bandiera in metallo, leggera.
Una pianta esagonale.
Al di sotto una freccia e, sopra questa,
affreschi di bambini che soffiano.
La “Torre dei Venti”, al Castello di Masino, si presenta austera, come le vecchie torri di guardia che da sempre difendono le fortezze e, anche se ingentilita e trasformata, nel diventare dimora signorile, conserva una serietà al ricordo di difesa.
All’imbrunire, quando la luce crea magia, la ceramica policroma di Castellamonte, pur conservando i suoi colori, assume una tinta rosata e i piccoli vetri antichi moltiplicano, per riflesso, chiaro e scuro, così che mondi paralleli, per pochi attimi, si manifestano.
Le tele, poste all’interno sui sei lati, osservano l’ospite, che le guarda, come uno specchio, sono le maschere della commedia dell’arte. Da secoli sono abituate ai caratteri e agli umori degli uomini e delle donne, più sincere con i bambini, che non hanno pregiudizi e ai quali si mostrano nella loro verità.
Intanto il tempo, per un attimo, si è fermato in quella dimensione dove le ore scandite e regolate dagli umani, non esiste, regalandoci il senza tempo, mentre arlecchino, salutando fa l’occhiolino.
Fuori il vento, mosso da mani sconosciute, tocca la bandiera, la freccia gira, indicherà la direzione da seguire