IL MERCATO DELLA TERRA E DELLE BIODIVERSITà
DEBORA VITTONE
“La vita è più facile se indossi un sorriso”
Il Mercato della Terra e delle Biodiversità di San Giorgio è una manifestazione di due giorni a metà maggio che vede la partecipazione di produttori provenienti da tutta Italia tra cui Presidi Slow Food, Prodotti del Paniere della Provincia di Torino, Maestri del Gusto ed eccellenze del territorio canavesano, il tutto condito da un pizzico di divertimento e goliardia grazie all’intrattenimento di artisti come Cirko Vertigo, BandaKadabra e la Corale Quattro Stagioni.
La manifestazione è il risultato di un’intensa collaborazione dell’intera comunità sangiorgese, comunità dalla forte identità che ha sempre saputo rinnovarsi ed evolversi nei secoli e che perfettamente incarna quel concetto di resilienza che oggi più che mai è la parola d’ordine per evolvere in un sistema fatto di contaminazioni, scambi e relazioni.
Espressione del volere della collettività degli ultimi anni è la costituzione dell’Associazione Piattella Canavesana di Cortereggio, che nasce con l’obiettivo di valorizzare impedendone l’estinzione quel piccolo fagiolo bianco, fonte di sostentamento primaria delle famiglie, in particolar modo cortereggesi, negli anni passati.
PIATTELLA CANAVESANA DI CORTEREGGIO
La Piattella Canavesana di Cortereggio è un piccolo fagiolo bianco dalla forma tronco-renoidale che si contraddistingue per la sottigliezza della buccia, proprietà conferitagli dal terreno particolarmente sabbioso dei terreni in cui viene coltivato, sulle sponde del Torrente Orco. La pianta del legume è rampicante e cresce, secondo la tradizione, arrampicandosi sullo stelo del mais, che gli fa da tutore naturale. Si parla così di coltura consociata in cui entrambe le piantagioni traggono giovamento dalla presenza l’una dell’altra, la Piattella può infatti crescere rigogliosa al riparo dagli agenti atmosferici ed in un microclima ideale generato dalle foglie del granoturco, il quale a sua volta trae giovamento dalle sostanze nutrizionali disperse dal legume nel terreno.
Agli inizi del secolo scorso la Piattella era un’importante merce di scambio con i vicini territori del Monferrato ma con il trascorrere del tempo e con il passaggio dalle campagne alle fabbriche, la sua coltivazione, particolarmente difficoltosa in quanto completamente manuale, è sempre venuta meno fino ad essere coltivata solo più da hobbisti locali e tolta dal commercio. Nel 2010 però la comunità sangiorgese, in particolare a Cortereggio, alla ricerca delle proprie radici e della propria identità, si costituisce in Associazione e inizia a riscoprire questo fagiolo ed il proprio passato.
La Piattella viene riconosciuta quale Presidio Slow Food e viene costituita la Cooperativa dei Produttori di Piattella Canavesana di Cortereggio che ne riprende la coltivazione e la commercializzazione.
DALLA TRADIZIONE ALL’INNOVAZIONE
La Piattella è diventata così l’esempio di un nuovo sistema di contaminazione sociale in cui la tradizione si sposa con l’innovazione. La coltivazione del legume, pur mantenendo quell’imprescindibile legame con il passato e con la tradizione locale, ha infatti saputo adattarsi alla nuova società ed al nuovo stile di vita, superando quel digital-divided che isolava un tempo il mondo della campagna ma supportando la coltivazione in campo attraverso l’innovazione tecnologica, ovvero mediante l’applicazione di strumenti quali sensori, droni ed attraverso continue analisi sul prodotto, sul terreno dove viene coltivato e sull’acqua con cui viene irrigato. Un nuovo sistema di coltivazione, maggiormente contestualizzato all’epoca moderna, che si pone l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita e del lavoro degli agricoltori.
Dalla tutela del prodotto si è passati con il tempo alla tutela del territorio, dell’habitat in cui questo viene coltivato, ed è proprio all’interno di questo progetto di crescita e di abbattimento delle frontiere che si colloca il progetto della zuppa spaziale. La Piattella Canavesana di Cortereggio è stata infatti inserita, grazie ai particolari principi nutrizionali, con altri tre presidi Slow Food, all’interno della dieta dell’astronauta Samantha Cristoforetti a bordo dell’ISS, Stazione Spaziale Internazionale, durante la sua ultima missione. E’ incredibile pensare al cammino percorso da questo fagiolo, tradizionalmente cucinato nelle “tofeje” con le cotiche di maiale nei forni comuni, dove rimanevano una notte intera e dove venivano gustati nei giorni di festa alle buste “spaziali”nelle quali sono state consumate “in orbita” dagli astronauti.
E’ proprio questo lo spirito che ha guidato l’Associazione fino ad oggi alla riscoperta delle sue radici, radici che si fondono anche nel tradizionale mercato del martedì, che attirava gente dall’intero territorio canavesano e che si vuole oggi riscoprire proprio con il rinnovato Mercato della Terra e delle Biodiversità.