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Paraj Auta

IVANO RUFFONI

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.

“Amleto”, William Shakespeare

Photo Credit: Ivano Ruffoni

La Paraj Auta è una modesta elevazione, arriva a 354 metri di altezza. Si trova fra i comuni di Pavone Canavese e Ivrea, nello specifico il quartiere Bellavista.

L’ itinerario proposto ripercorre, con vari saliscendi, i comodi sentieri segnalati da paline informative (naturalistiche, geologiche ed archeologiche) fino ad incrociare le quattro bacheche degli ingressi principali. 

Dalle sue quattro gobbe principali (Brich San Grato, Brich Bonfurnera, Brich Appareglio e Monte della Banche) si puo’ osservare l’ arco morenico di Ivrea e parte della sottostante pianura canavesana.

Informazioni generali

  • Quota di partenza: 270 m
  • Quota di arrivo: 270m
  • Punto piu’ alto: 354m
  • Dislivello totale percorso: 302m
  • Tempo totale: 2h 25′.
  • Tempo effettivo: dipende da quanto si vuole approfondire con le paline informative
  • Periodo consigliato: marzo-maggio, settembre-novembre

Accesso:

Raggiunta l’ uscita dell’ autostrada A5 di Ivrea, si svolta a destra sulla SS565 e alla prima rotonda si svolta nuovamente a destra sulla SP77 (Via Circonvallazione). Aggirato l’ abitato di Pavone Canavese, ad un semaforo, si svolta a sinistra in via Marconi. Si continua fino al semaforo successivo posto in vicinanza della chiesa di S. Rocco dove si svolta a destra in via Dietro Castello. Al semaforo successivo salire a sinistra verso il il Castello di Pavone. Si posteggia proprio in prossimita’ della bacheca posta all’ ingresso B della “Paraj Auta”.

  • San Grato San Grato

    San Grato

  • Vigneti Vigneti

    Vigneti

    La Paraj Auta è per gran parte sfruttata a bosco con parecchie piante secolari e castagni; le zone soleggiate sono coltivate a vigneto (interessanti alcune toppie piantate nella roccia) mentre nelle zone aride e rocciose hanno radicato le “xerotermofile”. Altri avvallamenti invece sono coperti da laghetti-palude.

    Nella zona sono numerose le tracce dei popoli che ivi hanno abitato nei secoli: incisioni di coppelle, torri di avvistamento, la Cappella medievale di San Grato con Romitorio e, naturalmente, il Castello di Pavone ed “Ij Rusèt”, i Ricetti. 

    Il Castello di Pavone trae origine, nel IX secolo, da alcune cinte fortificate erette come protezione dalle invasioni di Ungari e Saraceni. Successivamente, nel XI secolo, il vescovo di Ivrea fece costruire una torre a pianta quadrata. Nei secoli altri fabbricati e torri si aggiunsero fino al restauro voluto da Alfredo D’ Andrate (che acquisto’ il castello nel 1885).  All’ interno del castello, ora attrezzato a centro congressi con ristorante ed albergo,  sono presenti un cortile con pozzo e la chiesetta romanica di San Pietro.
    Sotto la cinta muraria del castello si trovano “Ij Rusèt”, i Ricetti, dal latino “receptum” ossia ricovero, rifugio, luogo fortificato. Nei Ricetti (normalmente utilizzati nel passato per custodire il raccolto), in caso di pericolo, passando attraverso una Torre-Porta, vi trovavano rifugio persone e bestiame.
    Nella prima settimana di giugno, a Pavone Canavese, si tengono le “Ferie Medievali”, rievocazioni storiche in costumi medievali.

    306 M; 0H 6′

    Si noti accanto alla chiesa la palina informativa sulla vegetazione dei suoli aridi con alcune note sulle specie “xerotermofile” presenti. Con un ampio giro a sinistra si scende fra i vigneti fino ad incrociare a destra una mulattiera, chiamata localmente “Strada del Pozzo”, proprio in prossimità della undicesima croce in legno, contando dalla Cappella di San Grato e Romitorio. Presa la mulattiera, con leggera pendenza, si aggira il Bric Bonfurnera. La strada compie una stretta curva a destra proprio nei pressi di un muretto di felci. Se ne contano ben otto specie diverse: Asplenio tricomane, Asplenio settentrionale, Asplenio germanico, Felce femmina, Felcetta fragile, Felce maschio, Felce pelosa e Felce dolce. Pochi passi e si giunge al Passo del Gatto dove si prende, a sinistra, un bel sentiero limitato da un basso e malridotto muretto.

    288 M; 0H 17′

    Dopo una breve salita si incrocia a sinistra la deviazione per la “Sete dla Madona”, il “Sedile della Madonna”. Il nome di questa modesta marmitta glaciale, prodotta dall’azione erosiva delle acque di fusione dell’ antico ghiacciaio valdostano, deriva dalla leggenda secondo cui la Vergine Maria, giunta a Pavone Canavese, ma dagli abitanti cacciata perché’ creduta una zingara, in questo punto si rinfrancò prima di procedere per Oropa, dove invece fu riconosciuta dagli abitanti che in suo onore eressero un santuario. Ripreso il sentiero principale, e dopo altri cinque minuti di cammino, si gira a destra seguendo una nuova traccia indicata da una palina. Passati i resti di una torre medievale di avvistamento e segnalazione, affiancata da un locale per il ricovero dei cavalli, e sfiorato un piccolo laghetto-palude si giunge al Brich Appareglio, nella zona e’ recintato uno scavo archeologico.

    354M; 0H 33′

    Rientrati sul sentiero principale si svolta a destra, in discesa, e dopo pochi minuti, sulla sinistra, e’ indicata la breve deviazioni per delle incisioni rupestri, si tratta di coppelle emisferiche. Continuando in leggera discesa, in vicinanza del “Cimitero delle Lepri”, una palina indica a destra la deviazione per il Monte delle Banche. Sulla cima di rocce levigate si ha un bel panorama sul Mombarone, l’ arco morenico di Ivrea e parte della sottostante pianura canavesana.

    316M, 0H 51′

    Procedendo verso Est-Nord-Est si trova un sentiero (non evidentissimo all’ inizio) che in breve riporta sul sentiero principale e poi al Passo delle Banche (281 m). Si scende ora a destra, in direzione Est-Nord-Est, allo Stagno di Bellavista e si passa sotto ai ruderi della Torre Maridon. In discesa, con un piccolo tratto su asfalto, si raggiunge la bacheca posta all’ ingresso C della “Paraj Auta”.

    238M; 1H 08′

    Per rientrare conviene prendere la sterrata a destra, verso la C. Biava, e raggiunto un laghetto-palude si svolta a sinistra su un breve sentiero sotto la Torre Maridon. Raggiunto il percorso dell’ andata si ritorna al Passo delle Banche.

    316M; 1H 25′

    Si tralascia la sterrata di destra che scende in prossimità della Caserma dei Vigili del Fuoco, si risale al primo tornante e si prende a destra, in discesa, la mulattiera che conduce alla bacheca dell’ ingresso D della “Paraj Auta”.

    • Monte delle banche Monte delle banche

      Monte delle banche

    • Ricetti Ricetti

      Ricetti Pavone Canavesane

    • Il Castello di Pavone dai ricetti Il Castello di Pavone dai ricetti

      Il Castello di Pavone dai ricetti

      245M;1H 33′

      Ritornati al Passo delle Banche si svolta a destra e si ripercorre la strada principale già percorsa all’andata fino ad incrociare la strada che scende dalla Cappella di San Grato e Romitorio. La strada termina qualche decina di metri sotto il parcheggio del Castello di Pavone. Per completare l’ escursione si suggerisce di svoltare a destra e scendere fino all’incrocio a sinistra con via Ricetti. Percorsa in semicerchio la via Ricetti, si scende alla Torre-Porta ed alla bacheca posta all’ingresso A della “Paraj Auta”, proprio accanto alle chiese di S. Marta e S. Andrea.

      42M; 2H 20′

      In altri cinque minuti si risale al parcheggio del Castello di Pavone completando l’ escursione.  

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      Paraj Auta, https://visitcanavese.it/paraj-auta/