ESCURSIONE AL SANTUARIO DI SAN BESSO
Foto del giorno
Luca Fassio
Val Soana
Santuario di San Besso
AGOSTINO GRASSINO
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”
Nel comune di Valprato Soana, in punta alla valle di Campiglia in pieno Parco del Gran Paradiso, voi, amanti delle escursioni in montagna, potrete trovare un luogo incantato di cui non avreste sospettato l’esistenza.
Parlo dell’anfiteatro in cui sorge il piccolo complesso del santuario di San Besso, classificatosi nel 2015 al centoduesimo posto della graduatoria nazionale dei “luoghi del cuore” del FAI.
Questo santo, sconosciuto ai più, apparteneva alla Legione romana detta “Tebea”, 6600 uomini egiziani tutti cristiani, guidati da San Maurizio, che nel 286 d.C. vennero trucidati presso Agaunum (oggi Saint Maurice en Valais in Svizzera ove sorge l’abbazia omonima) per aver rifiutato di venerare Giove e l’imperatore Massimiano. Alcuni, come Besso, riuscirono a scappare e si rifugiarono sulle Alpi occidentali dove evangelizzarono le popolazioni locali e compirono atti prodigiosi. Besso venne poi scoperto e gettato dalla rupe del monte Fautenio, sotto la quale oggi sorge il santuario, e da allora fu venerato come grande taumaturgo e protettore dei soldati, prima dai valligiani dei due versanti, Campiglia Soana in Piemonte e Cogne in Valle d’Aosta, poi in tutto il Canavese fino a divenire copatrono della Diocesi di Ivrea.
Da Besso ed altri martiri Tebei traggono il nome diversi paesi del Canavese quali Bessolo, San Mauro, San Maurizio e San Ponso.
Il santuario, che si trova ad un’altezza di 2019 metri proprio incastonato sotto la rupe del monte Fautenio, si raggiunge partendo da Campiglia Soana, frazione di Valprato Soana, con un cammino di circa 2 ore: si percorre un tratto sterrato della “strada reale di caccia” voluta da Umberto I nel 1897, oltrepassato un ponte di legno, si segue il sentiero per il pian dell’Azaria e deviando tra pini e pietraie, si raggiunge la “Cà Nuova” a 1815 metri, poco dopo sarà già ben visibile l’anfiteatro che fa da cornice al Santuario.
Naturalmente potrete imbattervi nei camosci, negli stambecchi e in qualche marmotta ed ammirare fiori e piante tipici delle nostre belle valli.
Vi sono altri due percorsi, ma più lunghi e difficoltosi, da Piamprato (sempre in Val Soana) e dalla valle di Cogne.
Il monolite ai cui piedi si trova San Besso era quasi certamente già un luogo di culti antichi. Le prime cappelle e l’ospizio per i pellegrini costruiti nel ‘600, furono oggetto di rimaneggiamenti nell’800 e di restauri alla fine del ‘900.
In due occasioni potrete trovare questo luogo affollato da numerosi pellegrini e visitatori: durante le due ricorrenze, una invernale e l’altra estiva, nelle quali si festeggia il santo, il primo dicembre ed il dieci agosto di ogni anno.
In particolare la festa estiva vede la partecipazione di molti valligiani, canavesani ed anche abitanti di Cogne che arrivano la sera prima della festa attraverso il colle dell’Allietta per disputarsi l’onore di portare la statua del santo in processione attorno alla rupe.
Voi che amate la natura, scoprire posti nuovi, conoscere antiche tradizioni, non potete lasciarvi sfuggire il piacere di salire quassù.
Se poi vorrete concludere la giornata con qualcosa di dolce da gustare, per restare in tema, sulla strada del ritorno potrete scendere ad Ozegna (luogo in cui, secondo la tradizione, furono ritrovate le ossa del santo trafugate dal santuario nel IX secolo) dove troverete i tipici “cuori di San Besso”, dolci di ottima pasta sfoglia ripieni di marmellata o cioccolato.