Una breve escursione a Sant’Anna dei Boschi, caratteristica frazione di Castellamonte, per osservare un incredibile fenomeno naturale: i Castelletti.
Tutte le volte che siamo stati a Castellamonte per l’annuale mostra della ceramica, o per visitare le botteghe degli artigiani ceramisti, ci hanno parlato dei Castelletti di Sant’Anna dei Boschi; abbiamo quindi pensato di scoprire e di far scoprire anche a voi questo angolo di Canavese e il “segreto” che custodisce.
Per raggiungere Sant’Anna dei Boschi si possono imboccare diverse strade alcune, molto caratteristiche, sono un po’ tortuose, la via più diretta è quella che si può prendere dopo la frazione Spineto sulla strada che da Castellamonte conduce a Cuorgnè (SP58). Sant’Anna è una delle otto frazioni della città della ceramica, a poca distanza dal capoluogo e a 580 metri di altitudine, immersa nel verde della bassa Valle Sacra è contraddistinta dalla chiesa parrocchiale dedicata alla Santa e dall’alto campanile costruito 200 metri più in alto.
Lasciata l’automobile nel parcheggio adiacente la chiesa, che visiteremo al ritorno della nostra breve e semplice passeggiata. Con la parrocchiale alle spalle imbocchiamo la seconda strada, alla nostra destra. Percorriamo in discesa pochi metri e troviamo, alla prima biforcazione della strada, la prima indicazione per i Castelletti; una freccia invita a proseguire sulla sinistra, superiamo le opere in ceramica esposte in bella vista in un piccolo giardino sulla destra e subito dopo lasciamo la strada asfaltata e prendiamo il sentiero sterrato alla nostra sinistra. Siamo quasi arrivati mancano pochi metri ma una simpatica “creatura” di argilla arresta il nostro cammino… “Tu che il tesoro vuoi visitare devi soffermarti davanti al Guardiano che ti possa guardare e se procedi senza intoppi sei degno di poter visitare”, piccoli folletti indicano il cammino fino alla meta dove l’effetto wow dei Castelletti è assicurato, i più piccoli rimangono a bocca aperta davanti ad un immaginario castello incantato di torri e guglie giallo-rosa scavate nell’argilla.
Ma cosa sono i Castelletti? Ci troviamo di fronte ad un fenomeno generato dall’erosione dell’acqua sul terreno argilloso. Siamo in presenza di un complesso naturale, che appassionò il famoso geologo e naturalista Federico Sacco, il quale dedicò ai Castelletti un articolo pubblicato prima nella rivista “Escursionista” e successivamente, nel gennaio 1932, nella rivista mensile “Le vie d’Italia” del Touring Club Italiano. Proprio in queste pubblicazioni possiamo ancora ammirare, grazie alle immagini di inizio Novecento, i Castelletti nel loro massimo splendore (per chi fosse interessato l’archivio online del TCI – digitouring.it, nella sezione riviste storiche, ne conserva una copia digitale consultabile).
Dopo diversi scatti riprendiamo il sentiero, ora in salita (tornano molto utili le scarpe hiking), e torniamo sui nostri passi verso la parrocchiale per visitare la chiesa. Se rimane tempo e si vuole allungare la passeggiata, si può lasciare la macchina al cimitero, e percorrere il sentiero ad anello che porta alla diga e al ponte romano sul Povia.
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